L'Istat ha comunicato che nel mese di settembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile L'Istat ha comunicato che nel mese di settembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (al lordo dei tabacchi) ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e un incremento del 5,3% su base annua (da +5,4% del mese precedente); il dato è stato in linea con il consensus degli analisti. Secondo quanto indicato dall'ISTAT, la decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +9,2% a +7,7%), degli alimentari lavorati (da +10,0% a +9,1%), dei beni durevoli (da +4,6% a +4,0%) e, in misura minore, dei beni non durevoli (da +5,2% a +4,8%), dei beni semidurevoli (da +2,9% a +2,4%) e dei servizi relativi all’abitazione (da +3,9% a +3,7%).
Questi effetti sono stati solo in parte compensati da un’accelerazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, ha registrato un ulteriore calo da +4,8% a +4,6%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che è passata da +5,0% a +4,8%. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,2% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha registrato un aumento dell'1,7% su base mensile ( anche per effetto della fine dei saldi estivi) e una crescita del 5,7% su base annua (da +5,5% di luglio).
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