Al 1° gennaio 2022 gli stranieri presenti in Italia sono 88mila in più rispetto alla stessa data del 2021. Diminuisce la componente irregolare, che si attesta sulle 506mila persone, contro le 519mila dell'anno precedente. Il 2021 segna un significativo aumento di nuovi permessi di soggiorno, circa 242mila, +127%. Sono questi alcuni dei principali dati del XXVIII Rapporto sulle migrazioni 2022, elaborato da Fondazione Ismu Ets, Iniziative e Studi sulla Multietnicità.
Fondazione Ismu stima che al 1° gennaio 2022 gli stranieri presenti in Italia siano poco più di 6 milioni, 88mila in più rispetto alla stessa data del 2021. Il bilancio demografico mostra quindi una moderata ripresa della crescita della popolazione straniera in Italia. Diminuisce invece la componente irregolare, che si attesta sulle 506mila unità, contro le 519mila dell'anno precedente (-2,5%). Il calo degli irregolari è dovuto principalmente all’avanzamento delle pratiche relative alla sanatoria 2020. Il 2021 segna un significativo aumento di nuovi permessi di soggiorno (circa 242mila, +127% rispetto all'anno precedente). Sul fronte lavorativo, nel 2021 assistiamo a una crescita sia del tasso di attività degli stranieri sia del tasso di occupazione. Quetsi sono solo alcuni dei principali dati del XXVIII Rapporto sulle migrazioni 2022.
6 stranieri su 10 provengono da paesi terzi. Il numero di cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia al 1° gennaio 2022 è pari a 3 milioni e 562mila unità, circa 6 ogni 10 stranieri presenti (+5,6% rispetto all'anno precedente). L'età mediana per l'insieme dei presenti è di 36,3 anni e i maschi rappresentano il 51%. I cittadini non comunitari provengono per la maggior parte da Marocco (408mila), Albania (397mila), Cina (291mila), Ucraina (230mila). L'acquisizioni di cittadinanza in lieve calo. Nel corso del 2021 gli stranieri, compresi i cittadini UE, che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati 121.457 (oltre 10mila in meno rispetto all'anno precedente), il 90% (pari a quasi 110mila) dei quali erano precedentemente cittadini non comunitari. Tale flessione potrebbe essere stata causata da rallentamenti burocratici dovuti alla pandemia.
Sbarchi e ingressi via terra. Gli sbarchi registrati sulle coste italiane nel 2022 sono stati 105.129 (+55,8% rispetto al 2021). Se il numero degli sbarchi registrati è indubbiamente in crescita, la loro composizione complessiva per cittadinanza è molto cambiata rispetto agli anni della crisi 2014-2017, quando – fatta eccezione per i flussi dalla Siria nel 2014 – a prevalere erano persone originarie dell'Africa sub-sahariana. Nel 2022 i maggiori flussi provengono da Egitto (20.542), Tunisia (18.148) e Bangladesh (14.982). Anche gli attraversamenti registrati alla frontiera terrestre, in particolare con la Slovenia, sono particolarmente consistenti: i dati più recenti parlano di circa 8mila ingressi tra l’inizio dell’anno e ottobre 2022.
Richieste d’asilo. Passando alle richieste di asilo è importante precisare che non tutti gli ingressi via mare si trasformano in richieste di asilo e che parte delle richieste di asilo derivano a loro volta da canali di ingresso differenti dagli sbarchi (ingressi via terra, corridoi umanitari, ingressi alla frontiera aeroportuale, ingressi ai sensi del regolamento di Dublino). Il rinnovato flusso di ingressi ha però indubbiamente contribuito alla crescita delle richieste di asilo nel 2021 (53.609, + 98,8% rispetto al 2020).
Ucraini in Italia. Dei 230mila ucraini in Italia con regolare permesso di soggiorno al 1° gennaio 2022 la gran parte (81,2%) è soggiornante di lungo periodo. A essi si aggiunge il consistente numero di coloro che, nel corso di questi anni, hanno acquisito la cittadinanza italiana: 28mila al 1° gennaio 2021. I dati del Dipartimento della Protezione civile indicano un totale (in ulteriore aggiunta) di 172mila ucraini beneficiari di protezione temporanea in Italia al 24 febbraio 2023, con un forte aumento avvenuto soprattutto a maggio, quando in un mese sono passati da poco più di 17mila a quasi 54mila, e in generale oltre 115mila da inizio aprile fino a fine agosto. L'84% degli ucraini adulti beneficiari di protezione temporanea in Italia è di sesso femminile (circa 92mila) e i minorenni corrispondono al 36,1% (in totale circa 62mila). L’ultimo report mensile del Ministero del Lavoro segnala inoltre 5.042 minori stranieri ucraini non accompagnati in Italia al 1° gennaio 2023 (sono primi in graduatoria fra tutte le nazionalità e rappresentano più di un quarto del totale), di cui il 51,0% è di sesso femminile.
Religioni. Ismu stima che al 1° luglio 2022 i cristiani nel loro complesso rappresentino la maggioranza assoluta (53,1%) tra gli stranieri residenti in Italia, con una presenza di immigrati cattolici che si attesta al 17,1%. I musulmani invece da soli rappresentano il 29,4%, seguiti da buddisti (3,5%), induisti (2,1%), sikh (1,7%) e altre religioni (0,4%). Gli atei o agnostici si attestano al 9,9%, ovvero un migrante ogni 10. Passando ai valori assoluti – includendo nei conteggi anche i minori di qualsiasi età – si stima che i musulmani siano 1 milione e 539mila, i cristiani ortodossi 1 milione e 524mila e i cattolici 898mila.
Non migliorano i dati sulla povertà: nel 2021 quella assoluta interessa il 30,6% delle famiglie di soli stranieri, quasi quattro punti percentuali in più rispetto al dato rilevato nel 2020. Inoltre si osserva che l'alta incidenza di famiglie immigrate in condizioni di povertà assoluta e relativa, anche tra gli stranieri regolarmente occupati, è la spia del diffondersi del lavoro "povero", non più in grado di generare integrazione, ma che anzi produce disagio sociale. Le numerose criticità che caratterizzano il mercato del lavoro degli immigrati evidenziano la necessità di una nuova governance dei processi migratori e di inclusione (oggetto di analisi del Libro bianco sul governo delle migrazioni elaborato da Ismu). Sul fronte scolastico, nell'anno 2020/2021, per la prima volta da circa 40 anni si registra una diminuzione del numero degli alunni con background migratorio (sono circa 865mila, con una flessione di 11.413 rispetto al precedente anno scolastico). Si segnala inoltre che i nati in Italia rappresentano il 66,7% degli alunni con cittadinanza non italiana.
Nel corso della presentazione del rapporto è stato assegnato il riconoscimento Fondazione Cariplo – Fondazione ISMU ETS 2023 a Pinda Kida, stilista di origini maliane e testimonial dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, che presenta la sua nuova collezione di abiti femminili, “per il suo impegno nel contrastare il razzismo, la xenofobia e le discriminazioni multiple attraverso la sua creatività e il suo lavoro”.
Nuovo decreto immigrazione 2023, cosa cambia: permesso di soggiorno e decreto flussi
Su proposta del presidente del Consiglio del Ministero, in data 10 marzo 2023, è stato pubblicato in gazzetta ufficiale il decreto legge n. 59 del 10 marzo 2023 che stabilisce nuove regole urgenti in materia di flussi di ingresso legale (c.d. decreto flussi) dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare.
Cosa prevede il nuovo decreto del governo sugli immigrati?
Scopriamo nel dettaglio quali sono le conseguenze in termini pratici del nuovo decreto sull’immigrazione del Governo Meloni.
Nuovo decreto flussi 2023/2025
All’art. 1 è prevista una riprogrammazione dei flussi di ingresso che prevede un arco temporale di 3 anni, quindi dal 2023 al 2025.
Questo significa che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, verrano stabilite le quote massime di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato, stagionale e autonomo, per l’intero triennio 2023-2025.
Il decreto flussi 2023-2025, quindi, dovrà passare il vaglio del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, la Conferenza unificata, gli enti e le associazioni nazionali maggiormente attivi nell’assistenza e nell’integrazione degli immigrati e le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
Successivamente, dovrà essere demandato al parlamento e le Commissioni parlamentari dovranno entro 30 giorni dal ricevimento rendere i pareri, termine decorso il quale il decreto sarà comunque adottato.
Al fine di quantificare il numero di quote per il decreto flussi 2023-2025 di dovrà tenere conto dell’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro effettuata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, previo confronto con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
Le domande di decreto flussi inviate nel limite delle quote, ma superiore alle stesse, potranno essere esaminate nell’ambito delle quote dei successivi decreti, con un semplice rinnovo della domanda già inviata, senza alcuna ulteriore documentazione rispetto alla prima (precedente) domanda.
Controllo dell’immigrazione irregolare
Al fine di prevenire l’immigrazione irregolare, sono assegnate quote preferenziali per i lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti
dall’inserimento in traffici migratori irregolari.
Semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro (decreto flussi)
Nelle more della sottoscrizione del contratto di soggiorno il nulla osta consente lo svolgimento dell’attività’ lavorativa nel territorio nazionale.
Ingresso e soggiorno al di fuori delle quote
E’ consentito l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato allo straniero residente all’estero che completa le attività’ di istruzione e formazione, organizzate sulla base dei fabbisogni manifestati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dalle associazioni di categoria del settore produttivo interessato.
Il nulla osta e’ rilasciato senza il rispetto dei limiti numerici, quantitativi e qualitativi.
La domanda di visto di ingresso e’ presentata, a pena di decadenza, entro sei mesi dalla conclusione del corso ed e’ corredata dalla conferma della disponibilità’ ad assumere da parte del datore di lavoro.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali adotta linee guida con le quali sono fissate le modalità’ di predisposizione dei programmi di formazione professionale e civico-linguistica e individuati i criteri per la loro valutazione.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali comunica, entro sette giorni dall’inizio dei corsi, al Ministero dell’interno e al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale le generalità dei partecipanti, per consentire l’espletamento dei controlli e per verificare l’assenza degli elementi ostativi di cui all’articolo 22.
Durata del permesso di soggiorno per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo e per ricongiungimento familiare.
I permessi di soggiorno, al momento del rinnovo, avranno una durata di 3 anni e non più di 2.
Ingresso dei lavoratori del settore agricolo e contrasto alle agromafie
I datori di lavoro che hanno presentato regolare domanda per l’assegnazione di lavoratori agricoli e che non sono risultati assegnatari di tutta o di parte della manodopera oggetto della domanda, possono ottenere, sulla base di quanto previsto dai successivi decreti sui flussi emanati nel corso del triennio, l’assegnazione dei lavoratori richiesti con priorità’ rispetto ai nuovi richiedenti, nei limiti della quota assegnata al settore agricolo.
Nuova Protezione speciale 2023
Ti ho già parlato in un altro articolo del permesso per protezione speciale, ora vediamo cosa cambia con il nuovo decreto immigrazione.
Con il decreto immigrazione 2023 è stata ristretta la possibilità di accedere al nuovo permesso per protezione speciale.
Per le istanze presentate fino alla data di entrata in vigore del presente decreto, ovvero nei casi in cui lo straniero abbia già ricevuto l’invito alla presentazione dell’istanza da parte della Questura competente, continua ad applicarsi la disciplina previgente.
I permessi di soggiorno già rilasciati ai sensi del citato articolo 19, comma 1.1, terzo periodo, in corso di validità’, sono rinnovati per una sola volta e con durata annuale, a decorrere dalla data di scadenza.
Resta ferma la facoltà di conversione del titolo di soggiorno in motivi di lavoro se ne ricorrono i requisiti di legge.