Mondiad.com Open Datasets : La proteina spike SARS-CoV-2 inibisce la riparazione dei danni al DNA

La proteina spike SARS-CoV-2 inibisce la riparazione dei danni al DNA

Una nuova sorprendente ricerca pubblicata su Viruses, parte dell’edizione SARS-CoV-2 Host Cell Interactions di MDPI (Open Access Journals) rivela che le proteine spike del vaccino sono in grado di penetrare nei nuclei delle cellule e alterare i meccanismi di riparazione del DNA nucleare, inibendola anche fino al 90%.


Il documento di ricerca si intitola “SARS-CoV-2 Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In Vitro” ed è stato scritto da Hui Jiang e Ya-Fang Mei, ricercatori presso il Dipartimento di Bioscienze Molecolari, The Wenner-Gren Institute, Stockholm University, SE-10691 Stockholm, Svezia, e il Dipartimento di Microbiologia Clinica, Virologia, Umeå University, SE-90185 Umeå, Svezia.


Nella conclusione dell’articolo, gli autori scrivono: “Abbiamo scoperto che la proteina spike ha marcatamente inibito sia la formazione di foci BRCA1 che 53BP1. Insieme, questi dati dimostrano che la proteina spike SARS-CoV-2 a lunghezza intera inibisce la riparazione dei danni al DNA ostacolando il reclutamento delle proteine di riparazione del DNA.”




Effetto delle proteine nucleari localizzate della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) sulla riparazione del danno al DNA. (A) Distribuzione subcellulare delle proteine SARS-CoV-2. L'immunofluorescenza è stata eseguita a 24 ore dopo la trasfezione del plasmide che esprime le proteine virali nelle cellule HEK293T. Barra della scala: 10 μm. (B) Schema del reporter EJ5-GFP utilizzato per monitorare la giunzione finale non omologa (NHEJ). (C) Effetto delle proteine del vettore vuoto (E.V) e SARS-CoV-2 sulla riparazione del DNA NHEJ. I valori rappresentano la media ± deviazione standard (SD) di tre esperimenti indipendenti (vedere grafici FACS rappresentativi nella figura S2A). (D) Schema del reporter DR-GFP utilizzato per monitorare la ricombinazione omologa (HR). (E) Effetto delle proteine E.V e SARS-CoV-2 sulla riparazione del DNA HR. I valori rappresentano la media ± SD da tre esperimenti indipendenti (vedere grafici FACS rappresentativi nella Figura S2B). I valori rappresentano la media ± SD, n = 3. La significatività statistica è stata determinata utilizzando l'analisi unidirezionale della varianza (ANOVA) in (C,E). ** p < 0,01, *** p < 0,001, **** p < 0,0001.



Il meccanismo di riparazione del DNA, noto come NHEJ (Non-Homologous End Joining) è una sorta di sistema intracellulare di “risposta di emergenza” che ripara le rotture della struttura a doppio filamento del DNA. Senza il meccanismo NHEJ, non sarebbero possibili forme di vita pluricellulari. Nessun essere umano, animale o pianta potrebbe sopravvivere senza molteplici meccanismi che riparino e proteggano costantemente l’integrità del suo codice genetico.


I danni al DNA possono essere causati dall’esposizione alle radiazioni, alle sostanze chimiche che si trovano negli alimenti e nei prodotti per la cura personale o anche dall’esposizione alle apparecchiature mammografiche. Anche un’eccessiva esposizione alla luce del sole può causare rotture del DNA, e piccole mutazioni del DNA si verificano spontaneamente in tutti gli organismi viventi. I piloti di linea, per esempio, sono abitualmente esposti a radiazioni ionizzanti dovute alla prolungata permanenza ad alta quota.


In una persona normale e sana, il meccanismo NHEJ ripara il DNA e impedisce il verificarsi di una mutazione patogena. Ma, in presenza della proteina spike del vaccino, l’efficacia di NHEJ è soppressa fino al 90%, il che significa che non è in grado di fare il suo lavoro a causa della ridotta capacità di reclutare le proteine necessarie alla riparazione [dei filamenti danneggiati].


Di conseguenza, viene introdotta nei cromosomi all’interno dei nuclei delle cellule umane tutta una serie di “errori” dovuti alla presenza della proteina spike dei vaccini mRNA:


Mutazioni o “errori” nella sequenza genetica.


DELEZIONI di interi segmenti di codice genetico.


INSERZIONI di segmenti errati.


Mescolamenti e abbinamenti/permutazioni del codice genetico.


Questi errori, quando si esprimono attraverso la divisione e la replicazione cellulare, risultano in:


Formazioni di neoplasie e tumori in tutto il corpo


Drastica riduzione della produzione di linfociti B e T da parte del sistema immunitario (immunodeficienza indotta)


Disturbi autoimmuni


Invecchiamento accelerato e riduzione della lunghezza dei telomeri


Perdita di funzionamento di sistemi d’organo complessi come il sistema circolatorio, neurologico, endocrino, muscoloscheletrico, ecc.


Danni cellulari simili all’avvelenamento da radiazioni, dove la morte cellulare origina dal nucleo.


Molti di questi effetti sono, ovviamente, fatali. Altri provocheranno alle vittime del vaccino lesioni debilitanti e malfunzionamenti d’organo che richiederanno trattamenti medici per tutta la vita.


La proteina Spike penetra nel nucleo della cellula


Dal lavoro citato:


Meccanicisticamente, abbiamo scoperto che la proteina spike si localizza nel nucleo e inibisce la riparazione dei danni al DNA impedendo il reclutamento al sito del danno delle proteine chiave di riparazione del DNA BRCA1 e 53BP1.


Questo significa che la proteina spike, che è generata nei ribosomi del reticolo endoplasmatico cellulare dopo che le cellule sono state ‘cooptate’ dai vaccini mRNA, non sempre fuoriesce dalla cellula ed entra nel flusso sanguigno, come sostengono i fautori dei vaccini mRNA. In alcuni casi, la proteina spike entra nel nucleo della cellula. Lì, interferisce con il meccanismo di riparazione del DNA come descritto in questo articolo.


“Sorprendentemente, abbiamo riscontrato un’abbondanza di proteina spike nel nucleo (Figura 1A),” hanno concluso gli autori dello studio.


Questo, senza dubbio, significa che i vaccini mRNA provocano alterazioni cromosomiche nelle cellule dell’organismo. E’ la conferma che questi vaccini distruggono l’integrità genetica e mostrano effetti collaterali che non erano stati previsti o descritti dai sostenitori dei vaccini mRNA.


Dallo studio:


La sovraespressione di Nsp1, Nsp5, Nsp13, Nsp14, e delle proteine spike ha diminuito l’efficienza di entrambe le riparazioni HR e NHEJ (Figura 1B-E e Figura S2A,B).


Ciò che questi dati mostrano è che la maggiore soppressione dell’attività di NHEJ è visibile in presenza della proteina spike completa. Dallo studio:


Insieme, questi dati dimostrano che la proteina spike SARS-CoV-2 completa inibisce la riparazione dei danni al DNA ostacolando il reclutamento delle proteine di riparazione del DNA.


Questa è la stessa proteina spike che viene generata a livello cellulare dopo somministrazione di un vaccino mRNA:


Nella figura sotto, vediamo che la soppressione dell’attività di NHEJ mostra una risposta dose-dipendente alla presenza della proteina spike (grafici B e C). Questo indica che più proteine spike sono presenti, maggiore è la soppressione della riparazione del DNA:


Dopo la valutazione di diversi metodiche di danneggiamento del DNA, come l’irradiazione, il trattamento con doxorubicina o con H2O2, [si è visto che] c’è meno riparazione in presenza della proteina spike (Figura 2F,G). Insieme, questi dati dimostrano che la proteina spike influenza direttamente la riparazione del DNA nucleare. La presenza della proteina spike interferisce con la normale funzione immunitaria e porta all’immunodeficienza (una condizione simile all’AIDS)


La funzione immunitaria è anche influenzata in maniera critica dalla presenza della proteina spike, e c’è la possibilità di indurre mutazioni cancerose in tutte le cellule del corpo. Come spiega lo studio: la riparazione dei danni al DNA, in particolare la riparazione NHEJ, è essenziale per la ricombinazione V(D)J, che è al centro dell’immunità delle cellule B e T.


Secondo alcune stime, il 50% delle persone iniettate con vaccini mRNA potrebbe morire entro cinque anni. Ora abbiamo una comprensione più profonda dei meccanismi attraverso i quali potrebbero verificarsi queste fatalità indotte dal vaccino.




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